Entrambi sono membri dell’Azione Cattolica. Rosetta, maestra, da ragazza cura l’asilo e insegna a uomini e donne che non sono andati a scuola. Poi si sposa e diventa madre di tre figli a Tronzano, partecipa all’Azione Cattolica ed è catechista parrocchiale.
Muore di parto e di polmonite a 32 anni, e anche i suoi due gemelli di cinque mesi non sopravvivono. Lascia tre figli di 5, 4 e 3 anni. Suo marito rimane vedovo a 34 anni.
Giovanni è un “uomo di grande bontà e carità”, “membro attivo dell’Azione Cattolica, impegnato in varie opere parrocchiali”. Spesso lavora gratuitamente per i meno abbienti, è ricordato come “il geometra dei poveri”.
Viene mandato in guerra in Russia per punizione, perché non si è iscritto al Partito fascista (avrebbe dovuto restare a casa come padre vedovo di tre minorenni). Muore in Unione Sovietica per un gesto eroico di carità: gli viene ordinato di ritirarsi durante un’azione bellica.
Avrebbe potuto mettersi in salvo con i suoi militari, ma dice al suo giovane sottotenente (che doveva restare nell’ospedaletto da campo con i feriti non trasportabili): «Tu sei giovane, devi ancora farti una vita. Salvati, qui rimango io». E lì muore.
Sono state pubblicato le lettere che inviava dalla Russia nel volume Il testamento del capitano.