Colpita in piena adolescenza da paraplegia flaccida, è condotta dalla malattia progressivamente all’immobilità. Dopo una prima comprensibile reazione di rabbia e disperazione, accetta la sofferenza.
Iscritta alla Gioventù femminile di Azione Cattolica e al Terz’ordine francescano, abbraccia il mistero della croce e della risurrezione, divenendo fonte di speranza e consolazione per coloro che si recano a consolarla.
Attraverso l’ascolto quotidiano di Radio Vaticana, Maria segue attentamente lo svolgimento dei lavori del Concilio Vaticano II, mentre l’incontro di Paolo VI con il Patriarca ortodosso Atenagora fa maturare in lei il proposito di offrire la sua vita per l’unità dei cristiani.
Di questa offerta scrive direttamente a Paolo VI e al Primate della Chiesa anglicana Michael Ramsey, in occasione della sua visita in Vaticano, il 23 marzo del 1966. Maria non ha la possibilità di leggere la lettera che le indirizza il Primate della Chiesa anglicana, che giunge dopo la sua morte. Resta un esempio di apostola dell’ecumenismo.