Il 27 ottobre 2013 sono stati beatificati cinquecento martiri a Terragona, provvidenzialmente durante l’Anno della fede. Tra loro i sette martiri della diocesi di Jaén: il vescovo Basulto, alcuni sacerdoti, un giovane seminarista, un giovane di Azione cattolica, José María Poyatos Ruiz e una religiosa. Sono alcuni testimoni che rappresentano i tanti martiri che non figurano nelle liste dei beati, ma nel libro della vita.
MANUEL BASULTO JIMÉNEZ
Nel 1880 entra nel seminario conciliare di Ávila e viene ordinato sacerdote nel 1892.
Inizia il suo ministero parrocchiale a Narros del Puerto. Nel frattempo, continua gli studi ottenendo la licenza in teologia nel seminario centrale San Carlo Borromeo di Salamanca e quella in diritto presso l’Università di Valladolid. Ricopre vari incarichi sia come sacerdote, sia come professore in varie università spagnole, unendo alla sua vita di studio anche un’intensa attività pastorale: direttore del Circolo cattolico degli operai, dell’Associazione dell’apostolato della preghiera e della Conferenza di San Vincenzo de’ Paoli, canonico nella cattedrale di San Isidro di Madrid.
È nominato vescovo di Lugo, il 16 gennaio del 1910, poi vescovo di Jaén.
Uomo di grande cultura e di profonda umanità, nella sua missione pastorale si preoccupa del clero, incentiva la catechesi dei piccoli e degli adulti, alimenta l’associazionismo sindacale dei circoli operai. Dà un importante impulso allo sviluppo dell’Azione cattolica, in particolare ai giovani. Al vescovo Basulto, nei primi giorni della persecuzione religiosa della seconda Repubblica spagnola (1936-1939), è offerta la possibilità di fuggire, ma egli preferisce restare. Il 2 agosto 1936 il vescovado viene assalito dai miliziani e il vescovo viene arrestato. Condotto in treno a Vallecas, vicino Madrid, insieme ad altri prigionieri, sacerdoti e laici, è vilmente assassinato insieme ai suoi compagni di prigionia.