Fondazione Azione Cattolica Scuola di Santità
CATHOLIC ACTION SCHOOL OF SANCTITY FOUNDATION
FUNDACIÓN ACCIÓN CATÓLICA ESCUELA DE SANTIDAD
Pio XI
Fondazione Azione Cattolica Scuola di Santità
CATHOLIC ACTION SCHOOL OF SANCTITY FOUNDATION
FUNDACIÓN ACCIÓN CATÓLICA ESCUELA DE SANTIDAD
Pio XI

NOTE BIOGRAFICHE E ITER DELLA CAUSA

Luciano Chiodo

12 maggio 1928, Crema - 6 luglio 1944, Crema

Nasce a Crema il 12 maggio 1928 da Corinno Chiodo e Luigia Bianchessi. Riceve i primi sacramenti nella parrocchia del Duomo e cresce in un ambiente familiare e parrocchiale idonei a favorire la sua crescita morale e spirituale, anche se il padre è lontano dalla vita religiosa.
Vive con impegno e grande interesse la scuola ed è studente intelligente e molto volonteroso, dai primi anni delle scuole elementari al liceo. Pochi giorni prima dell’incidente che gli sarà fatale, supera gli esami che gli avrebbero permesso di frequentare, nel nuovo anno scolastico, l’indirizzo classico del liceo, verso cui si sente fortemente attratto, dati i suoi interessi verso la cultura umanistica.
In parrocchia inizia presto l’esperienza di servizio attraverso il suo essere chierichetto, catechista e animatore dell’oratorio di via Forte. E proprio in parrocchia Luciano muove i primi passi sulla via di una fede matura e impegnata. La parrocchia diventa per lui e per tanti ragazzi che vivono l’esperienza dell’oratorio luogo di incontro e formazione; è luogo in cui incontra tanti laici convinti e coerenti, insieme a sacerdoti capaci di lasciare un segno; è luogo in cui conosce l’Azione Cattolica e impara a vivere in modo coerente la dimensione associata della preghiera, dell’azione e del sacrificio. Sicuramente l’esperienza maturata in oratorio aiuta Luciano a salire i gradini di quella scala ideale che conduce alla esemplarità della testimonianza di fede, se non alla santità di vita. L’oratorio di via Forte è una palestra speciale, scuola di vita e di fede, non solo per lui, ma anche per tanti giovani suoi coetanei.
Esuberante di vita fisica (essendo uno sportivo, si fa promotore di attività agonistiche tra i ragazzi), di mente e di carattere, Luciano lo diventa anche di cuore, tanto che appena quindicenne entra a far parte della Conferenza di S. Vincenzo. Siamo in tempo di guerra, tempo nel quale le difficoltà e le miserie costituiscono il quotidiano per la vita di tanta gente. Significativo questo impegno sul versante della carità: Luciano porta soldi, viveri, indumenti ai “suoi poveri”, a quella gente fatta da donne, uomini e bambini costretti ad una misera esistenza, povera anche di speranze per il futuro. Si avverte qui l’eco della testimonianza di Pier Giorgio Frassati, giovane della GIAC morto a Torino nel 1925.
Nel 1941 diviene Aspirante-capo e gli viene affidato un gruppo di fanciulli da seguire. Luciano organizza gli incontri per i suoi ragazzi con diligenza e responsabilità : la preghiera, una breve riflessione su temi di interesse comune, la famiglia, la vita associativa e di sezione, la vita religiosa e le iniziative di carità. La diligente opera svolta all’interno del suo gruppo di aspiranti viene notata dal centro diocesano e Luciano alla fine del 1942 è invitato da don Giovanni Locatelli, assistente diocesano della GIAC, ad assumere l’incarico di segretario dell’Ufficio diocesano Aspiranti. Anche qui, mentre stringe amicizie autentiche con i pochi dirigenti rimasti (molti sono in guerra), Luciano si fa notare e apprezzare per le sue doti di serietà dimostrate nello svolgere il ruolo che gli è affidato.
Nel 1944 viene nominato delegato diocesano degli aspiranti: sono gli anni duri della 2° Guerra mondiale e occorre sostituire i giovani chiamati alle armi. Svolge il suo apostolato con responsabilità e generosità e viene nuovamente apprezzato sia dai sacerdoti che dai laici. Luciano intraprende un cammino spirituale costante e serio, per correggere i suoi piccoli difetti e per esercitarsi in una continua crescita spirituale, fino ad esclamare, sedicenne: “Com’è bella la vita con il Signore”. A Lui offre la sua vita – come lui stesso ricorda – per il ritorno del padre alla vita religiosa, come poi avverrà, e per la conversione dei peccatori. Nella sua vita, fin da piccolo, ci sono ogni giorno messa, comunione, meditazione, visita all’amico Gesù, esame di coscienza.
Il 6 luglio 1944, in una calda giornata di vacanza in cui organizza una uscita al fiume Serio con i suoi ragazzi, non esita a offrire la sua giovane vita per salvare quella dell’aspirante Luciano Susani, caduto nei gorghi del fiume. Pur non sapendo nuotare si getta nelle acque del fiume per soccorrere l’amico. In pochi istanti si consuma la tragedia che sconvolge l’intera città di Crema, la Chiesa diocesana e in essa l’Azione Cattolica. Un gesto di grande generosità che suscita ammirazione e rimpianto e per questo viene insignito dal Presidente della Repubblica della medaglia d’argento al valore civile.

dal sito dell’Azione Cattolica diocesi di Crema