Fondazione Azione Cattolica Scuola di Santità
CATHOLIC ACTION SCHOOL OF SANCTITY FOUNDATION
FUNDACIÓN ACCIÓN CATÓLICA ESCUELA DE SANTIDAD
Pio XI
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Pio XI

NOTE BIOGRAFICHE E ITER DELLA CAUSA

Giuseppe Borea

4 luglio 1910, Piacenza- 9 febbraio 1945, Piacenza

Don Giuseppe Borea è stato soprattutto un sacerdote. Un sacerdote appassionato e generoso che, martire del nostro tempo, è morto in odio alla fede il 9 febbraio 1945. La sua storia terrena è un meraviglioso intreccio di amore, di fede, di servizio, di carità. E di dolore. Dolore affrontato. Dolore vissuto fino in fondo. Dolore offerto. Esempio ecclesiale luminoso nella resistenza al nazifascismo, la calunnia di cui è stato vittima non è riuscita a cancellare la sua memoria dalla storia e dai cuori della gente che lo ha conosciuto e amato. Nato a Piacenza nel 1910, processato 34 anni dopo da un tribunale militare straordinario e ucciso da un plotone di esecuzione della Guardia Nazionale Repubblicana, Don Borea incarna ancora oggi la scelta di dare la propria vita per gli altri. Morì pronunciando parole di perdono. (Lucia Romiti, Autrice del libro GIUSEPPE BOREA, QUANDO L’AMORE E’ PIU’ FORTE DELL’ODIO. Ed. Il Duomo, Piacenza)

Biografia
Nato in una famiglia profondamente cattolica Giuseppe entrò in seminario nel 1925 all’età di 15 anni e nell’anno scolastico 1928/29 terminò la quinta ginnasio. Tra il 1930 e il 1936 frequentò i corsi nei seminari di Fidenza e Bedonia per poi terminare i suoi studi teologici nel 1936 a Piacenza.
Ricevette la consacrazione il 28 marzo 1936 nel Duomo di Piacenza. Dopo la consacrazione diventò assistente dello zio Don Riccardo Scala in S. Maria in Gariverto a Piacenza. Di seguito divenne curato prima a Morfasso e poi a Bardi. Nel 1937 ricoprì l’incarico di rettore a Obolo, una piccola frazione ubicata a mille metri di altezza nell’Appennino Piacentino nel comune di Gropparello, dove rimarrà fino al 28 gennaio 1945, data del suo arresto, operandosi per il benessere dei parrocchiani .
Da quando venne chiamato a reggere la parrocchia della piccola frazione di Obolo nell’estate del 1937 iniziò ad adoperarsi per il bene dei suoi parrocchiani conquistandone la fiducia e il rispetto. Fece restaurare la chiesa e la casa canonica e sostenne, guidandolo con maestria, il coro parrocchiale. Si deve alla sua costanza la costruzione della linea elettrica che permise alle case della frazione di avere la luce.

Sostegno all’Azione Cattolica
Incoraggiò le attività dell’Azione Cattolica e nell’anno 1938/39 l’Associazione Femminile dell’Azione Cattolica “Santa Lucia di Obolo” ricevette un diploma d’onore dalla Curia di Piacenza per essersi classificata vincitrice pari merito nella Gara Diocesana Religiosa .
Il supporto di Don Borea all’Azione Cattolica si evince da un documento archiviato presso la Curia di Piacenza che espone l’incidente avvenuto sul Sagrato della Chiesa di Obolo in data 7 maggio 1939.
“Il Signor Tauri Giovanni, presidente dell’Azione Cattolica e campanaro, dopo la funzione pomeridiana della domenica uscì sul sagrato della chiesa e il Segretario Politico di Gropparello, Sig. Pietro Vallavanti, chiese, indicando il distintivo che il giovane portava: “Che distintivo è questo?”, Il Tauri rispose: “E’ il distintivo dell’Azione Cattolica”. Il Segretario Politico aggiunse:” Lo sai pure che non si può portare il distintivo dell’A.C.”. Il Tauri rispose:”Il mio Parroco mi ha detto che posso portarlo”. Il Segretario Politico allora gli strappò il distintivo e gli assestò uno schiaffo e aggiunse: “E adesso vallo a dire al tuo Parroco che ce n’è anche per lui”. Subito il Tauri entrò in canonica e riferì l’episodio al Parroco[…]. Nonostante fosse invitato a non uscire, subito il Parroco si recò sul sagrato e domandò il motivo di questo modo di agire, soggiungendo che potevano venire in canonica […]. Il Parroco domandò al Segretario Politico se aveva l’autorizzazione scritta io togliere il distintivo dell’A.C. […]Salendo sulla macchina il Segretario Politico chiese al Parroco di mostrare il suo mandato e il Parroco presentò il testo degli accordi stipulati fra il Segretario Generale del Partito Fascista ed il Presidente Centrale dell’Azione Cattolica in data 25 agosto 1938. […]Il Segretario Politico affermò ad alta voce di non aver mai trovato un prete così “testone e superbo”. (Estratto della relazione presentata da Don Giuseppe Borea alla Curia di Piacenza)

Don Giuseppe Borea nel periodo della Resistenza
Dopo l’8 settembre 1943, le montagne dell’Appennino e anche il territorio di Obolo diventeranno teatro di sangue e sacrificio e dal quel momento la vita del sacerdote si indirizzò verso la cura e la protezione di quanti, partigiani e non, si trovarono in situazioni di bisogno e di pericolo.
Diventò Cappellano Militare della 38ª brigata della Divisione Valdarda. Si occupò dell’assistenza spirituale dei partigiani, ma anche di quella dei nemici che via via vennero fatti prigionieri negli improvvisati campi di prigionia di montagna, assicurandosi costantemente che ricevessero trattamenti umanitari. La porta della sua canonica fu sempre aperta per accogliere e dividere un pasto con chiunque.
Don Giuseppe Borea venne insignito della Medaglia d’Argento al Valor Militare il 6 febbraio 1973 dal Presidente della Repubblica Giovanni Leone e il 24 luglio 1977 l’Associazione Nazionale Partigiani Cristiani gli conferì la Medaglia d’Oro della Resistenza. A lui sono intitolate tre vie nel territorio piacentino.

Giuseppe Borea. Quando l’ amore e’ piu’ forte dell’ odio

 La storia di Don Giuseppe Borea/ A cura di Giampaolo Chinosi