A dieci anni, nel 1926, la famiglia si trasferisce a Mortara (Pv) e qui frequenta il ginnasio. S’impegna nell’Azione cattolica. Quando nel 1931, i circoli dell’Azione cattolica rischiano la chiusura, si infiamma contro la decisione del regime. Si iscrive alla Facoltà di giurisprudenza dell’Università di Pavia e si laurea con il massimo dei voti. È assistente alla cattedra di diritto amministrativo nell’Università di Torino dove si impegna con i giovani e nel servizio ai poveri del Cottolengo.
Nel 1939 e nel 1941, per motivi di studio, soggiorna a Berlino. Nel febbraio 1941, si arruola volontario e viene inviato in Russia con gli alpini della divisione Tridentina. Nel Natale del 1942, durante il tremendo inverno russo sulle rive del Don, legge e commenta il Vangelo ai soldati, riesce finalmente a confessarsi e a fare la comunione.
Dopo l’armistizio, rifiuta di consegnarsi alle truppe di Hitler e, il 9 settembre 1943, viene catturato e rinchiuso in un campo di prigionia a Innsbruck. Fugge dal campo e si mette in contatto con la Resistenza cattolica del bresciano e con il Comitato di liberazione nazionale. Fonda all’inizio del 1944, il giornale «Il ribelle», manifesto della rivolta morale contro il fascismo e il suo tempo, e scrive la Preghiera del ribelle, considerata la più alta testimonianza spirituale di tutta la Resistenza. Il 27 aprile 1944 viene arrestato a Milano e, in seguito, nell’agosto 1944, deportato nel lager di Gries (Bz), poi a Flossenburg in Baviera e, infine, a Hersbruck. Assiste l’amico Odoardo Focherini colpito dalla setticemia.
Ai primi di gennaio 1945, mentre fa da scudo a un giovane ucraino, viene percosso a morte.
È stato beatificato a Vigevano (Pavia) il 3 febbraio 2018.