Fondazione Azione Cattolica Scuola di Santità
CATHOLIC ACTION SCHOOL OF SANCTITY FOUNDATION
FUNDACIÓN ACCIÓN CATÓLICA ESCUELA DE SANTIDAD
Pio XI
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Pio XI

Lettera a Padre Agostino Gemelli

Lettere di Vittorino Chizzolini nel primo anniversario della morte
a cura di E. Giammancheri, Brescia, 1985.

Rev.mo Padre Agostino Gemelli,

sono un giovane diciottenne da un anno maestro: fin da quando conobbi l’università del S. Cuore, ed erano allora i primi tempi di sua vita, insieme all’ammirazione per la magnifica istituzione mi era nata nell’anima una speranza confusa di poter essere un giorno alunno, quantunque seguissi un ordine di studi che non potevano prepararmi ad entrarvi. Con l’apertura dell’Istituto Superiore di Magistero la via era aperta anche per me. Un giorno lessi che non si ricevevano più altre iscrizioni di uomini. Ero ancora studente allora, eppure provai un vero senso di dispiacere come se il grande ideale educato con lungo amore fosse crollato per sempre. Non credendo quasi a me stesso più tardi riapparve la speranza alimentata da un desiderio vivo. Superato l’esame di abilitazione a Milano poiché la mia famiglia desiderava facessi un anno di tregua, non avendo l’età sufficiente per esercitare il mio ufficio entrai nel locale Collegio Cesare Arici dei R. P. Gesuiti, dove ho trascorso un anno felice occupandomi attivamente delle scuole dei fanciulli. Diventare maestro e darmi tutto all’educazione dei piccoli è sempre stato il mio supremo ideale; per esso ho fatto sacrificio dell’avvenire che mi offriva l’antica azienda paterna di cui, essendo figlio unico, avrei presto dovuto prendere la direzione. Il prossimo anno potrei iniziare la mia vita di insegnamento: ma penso che potrò meglio fare quando avrò una preparazione più larga di mente e di spirito: mi torna alla mente l’Istituto di Magistero dell’U. e la grande speranza mi riaccende. Sono proprio chiuse per me le sue porte? Dovrò rinunciare a proseguire in quello studio per cui ho sentito come la chiamata di una vocazione? Così in questi giorni pensavo con una profonda amarezza nel 103 cuore, quando mi giunse la Rivista degli Amici del mese di luglio: l’invito Suo così alto, così largo mi dà l’ardire di scriverle e di farle la mia preghiera ardente: Padre, mi accolga come suo alunno, ma come tra i figli più devoti. Sarebbe mia intenzione di frequentare il corso triennale per la direzione didattica, indi proseguire lo studio della filosofia e della pedagogia. So che altri giovani frequentano l’Istituto perché immatricolati in precedenza: qualora esso debba diventare solamente femminile potrò lasciare la scuola dopo i primi due anni. L’esame di ammissione per quanto riguarda il latino mi preoccupa assai, sebbene quest’anno mi sia prefisso di superarlo: mi impegnerò con tutte le mie forze durante questi mesi. Ripongo ogni fiducia nell’assistenza di quel Dio che è letizia della mia giovinezza. Spero molto e prego: Padre… Attendo una sua parola

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